lunedì 25 maggio 2020

Il C16NO CHIEDE TAMPONI PER OPERATORI IMPEGNATI AL DOMICILIO DEI PAZIENTI COMPLESSI

Il Comitato 16 Novembre, dopo aver fatto richiesta un mese orsono al presidente  della Regione Puglia Michele Emiliano, richiesta rimasta inevasa, sollecita oggi tutte le Regioni ad effettuare i tamponi sugli operatori sanitari impegnati al domicilio dei pazienti complessi.



La graduale ripresa della vita economica e sociale  dopo il lockdown,  resosi necessario a causa dell'infezione da COVID-19, preoccupa molto per quanto riguarda la tutela dei malati gravissimi dal rischio di contagio, rischio che temo anche più insidioso in questa fase rispetto alla precedente in cui la quarantena ha forzatamente limitato i contatti tra le persone abbassando in maniera importante la possibilità di trasmissione del virus da soggetto a soggetto.Seppure umanamente comprensibile il desiderio di ritornare pian piano alla  vita precedente alla pandemia, noto  purtroppo che non poche persone si comportano come se tutto fosse finito e non ci fossero più rischi,  mettendo a repentaglio anche l'incolumità di coloro che continuano a rispettare le regole di protezione, igiene e distanziamento sociale.E' pertanto fondamentale in questo delicato momento, prevenire ogni possibilità di contagio nei confronti dei malati inseriti in ADI e particolarmente nei confronti dei malati tracheostomizzati, ospedalizzati al domicilio che  contrariamente ad altri, non possono indossare mascherine di alcun genere a protezione di se stessi e di chi li circonda.Si tratta di soggetti particolarmente fragili infatti  è vero che il collegamento al ventilatore è opportunamente dotato di filtri ma è altrettanto vero che allorquando è necessario aprire il circuito, cosa che avviene assai spesso per molteplici motivi, il malato è completamente esposto in maniera diretta e senza possibilità di protezione ad un eventuale contagio da coronavirus.E' noto che gli infermieri dell'ADI, proprio in ragione della loro professione, si recano quotidianamente presso un numero molto elevato di pazienti e che in ragione di ciò possono essere inconsapevoli ed involontari veicoli di contagio.E' per questo motivo che chiediamo che a tutti gli infermieri dell'ADI che assistono i malati tracheostomizzati  venga fatto il tampone in modo che si possa accertare che non vi sono casi di positivi asintomatici, che gli infermieri vengano dotati dei DIP necessari quali camici monouso e mascherina FFP2 da indossare unitamente alla mascherina chirurgica in maniera da proteggere loro stessi ed i malati con cui vengono a stretto contatto, DPI che dovranno, ovviamente, essere distribuiti in quantità idonea ad assicurarne il corretto utilizzo.Sarebbe da irresponsabili sottovalutare la situazione, siamo tutti consapevoli che il virus non è scomparso e che i contagi sono ancora in agguato, ne è prova la recentissima notizia del signore emiliano, in Sardegna per lavoro, risultato positivo al coronavirus e ricoverato all'Ospedale Santissima Trinità di Cagliari  e delle quaranta persone con cui è venuto a contatto attualmente in quarantena in attesa dei test.E' importante dunque fare al più presto il tampone a tutti gli infermieri che operano al domicilio dei pazienti ospedalizzati, la spesa è limitata considerato l'esiguo numero di questi malati, si tratterebbe dunque di un investimento il cui costo verrebbe bene ammortizzato in termini di prevenzione.
Maria Paola Aureli - Comitato 16 Novembre -  referente regione SardegnaCagliari, 24 maggio 2020

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