mercoledì 15 novembre 2023

Misura di sostegno sociale della regione Puglia.

 Misura di sostegno sociale della regione Puglia

Ci riferiamo a quello che   per maggiore semplicità viene definito assegno di cura.
La regione Puglia ha emanato il bando della durata di 38 giorni chiuso il 19 luglio ultimo scorso. 
Oltre quella data, chiunque avesse  presentato la domanda, poteva sperare nel contributo.
Gli altri, tutti fuori.
Le domande pervenute alla regione Puglia sono state oltre 19.000. 
Quelle finanziabili si aggirano su 7500 per il sostegno familiare e 1800  per il patto di cura.
Una volta fatta la graduatoria, la Regione Puglia ha trasmesso agli ambiti, competenti  per territorio, l'elenco delle persone con gravissima disabilità che avevano presentato la domanda per l'accertamento dei requisiti. 
Questo significa esaminare di sana pianta ciascuna domanda. 
Avevamo, tuttavia, chiesto una corsia "preferenziale", meglio ancora, più veloce, per i fruitori storici dell'assegno di cura che non dovevano essere sottoposti ad ulteriore valutazione sanitaria. 
Con grande stupore abbiamo appreso dal comune di Taranto servizi sociali che invece questa valutazione sanitaria viene fatta. 
Cosa comporta questa valutazione sanitaria?
Comporta la firma, sul PAI, dei medici, quello della Uvm, e il medico di medicina generale e l'assistente sociale. 
Questo modus operandi fra l'altro non è omogeneo in tutti  gli ambiti territoriali della Puglia ma viene applicato a macchia di leopardo un distretto sì due no... 
Insomma, su un territorio si va in um modo, e sull'altro a piacer loro....
È stata mia cura informare immediatamente l'assessore al Welfare Rosa Barone denunciando questa situazione assurda, dopo che ai tavoli tecnici avevamo chiesto che per i fruitori storici, laddove non ci fosse alcun ostacolo alla prosecuzione dell'erogazione del contributo, si procedesse "d'ufficio" e così ci era stato assicurato.
L'assessore Barone ha concordato con noi che così deve essere e quindi è stata mia cura pregare l'assessore Barone di contattare gli ambiti territoriali per bloccare questa procedura aggiuntiva e non richiesta. 
Comprendiamo bene che ciascun distretto ha una mole di lavoro importante cui far fronte ma, se si carica inutilmente di altro lavoro, significa perdere soltanto del tempo prezioso per le famiglie. 
Una volta fatta la graduatoria, non ci vuole molto a confermare il diritto già maturato negli anni precedenti.
Bastano due firme: del Direttore dell'UVM e dell'assistente sociale.
Nessuno ruba niente a nessuno.
Nessuno dichiara il falso.
Nessuno favorisce nessuno.
La gravissima disabilità sta là, sotto gli occhi del distretto sanitario e dell'ambito territoriale da anni! 
Cosa dobbiamo accertare ancora?
Ci auguriamo che dopo il nostro intervento e l'interessamento dell'Assessore Al Welfare, gli ambiti procedano in maniera più spedita nella erogazione della misura di sostegno spettante a chi ne ha titolo.
In ogni caso siamo sempre pronti ad intervenire nuovamente pregandovi di segnalare gli eventuali  disservizi sul vostro territorio scrivendo a : 
comitato16novembre@gmail.com

Mariangela Lamanna
Presidente Comitato 16 Novembre

venerdì 3 novembre 2023

Comunicato stampa di Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight The Stroke e Uniamo


 
Comunicato stampa


Intervento congiunto di Comitato 16 Novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight The Stroke e Uniamo.




Appello Associazioni a Governo: 

Restituire subito i fondi alle disabilità

Emendare il decreto anticipi a favore delle persone e delle loro famiglie



Roma, 31 ottobre – “Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà verso quanto emerge in questi giorni dal Governo in materia di servizi e sostegni alle persone con disabilità e alle loro famiglie”. È quanto si legge in un comunicato stampa congiunto, sottoscritto dalle associazioni Comitato 16 novembre, Confad (Coordinamento Nazionale Famiglie con Disabilità) , CoorDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), Favo (Federazione Italiana Associazioni Volontari in Oncologia), Fida (Forum Italiano Diritti Autismo) FightTheStroke Foundation (Persone con disabilità di paralisi cerebrale) e Uniamo (Federazione Italiana Malattie Rare).


“Al fine di una diffusa consapevolezza – si sottolinea nella nota - premettiamo i fatti.

1. il cosiddetto decreto legge “anticipi” al fine di garantire copertura alle misure in esso previste ricorre al Fondo per le politiche in favore delle persone con disabilità azzerandone l’assegnazione per il 2023 (350 milioni);

2. la motivazione addotta è che quel Fondo sarebbe destinato all’attuazione della legge delega sulla disabilità (legge 227/2021) di cui mancano ancora i decreti attuativi, motivo che non spiega perché non possa essere comunque usato per fronteggiare le numerose emergenze delle persone con disabilità e dei loro familiari;

3. il Governo nel frattempo licenzia il testo del disegno di legge di bilancio; vi prevede l’istituzione di un Fondo unico per l’inclusione delle persone con disabilità con una dotazione di 232 milioni, che non comprende il Fondo di cui sopra;

4. Per costituire il Fondo unico il Governo ne sopprime quattro: Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità (erano 100 milioni nel 2023); Fondo per l’assistenza all'autonomia e alla comunicazione degli alunni con disabilità (erano 200 milioni nel 2023); il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare (erano 30 milioni nel 2023); il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia (erano 6 milioni nel 2023). Totale 336 milioni, nel 2023.

5. Al Fondo unico nel 2024 il Governo destina una cifra inferiore di 104 milioni rispetto al 2023 quando sussistevano ed erano finanziati tutti e quattro i fondi che si intende sopprimere. 

6. Per il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità e per il Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare non sono ancora previsti rifinanziamenti a valere sul 2024. Per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia non è prevista copertura per il 2025.

7. Dunque nel 2024 ci saranno il Fondo “per la legge delega” (già previsto da anni; 350 milioni) e il Fondo unico con una dotazione di soli 232 milioni.”.


“Questi i fatti verificabili. Accantonando per ora istanze molto più di dettaglio e di sistema circa le politiche e i servizi per le persone con disabilità, vista l’emergenza che preclude e condiziona ogni futura riflessione – proseguono le associazioni nel comunicato - chiediamo nel modo più chiaro e netto al Governo e al Parlamento di:

1. restituire quella somma (350 milioni) alla disabilità, alle sue emergenze, ai suoi diritti che sono di ieri, di oggi e di domani e che non attendono certo l’applicazione della legge delega. Il decreto “anticipi” all’esame delle Camere va emendato in questo senso: i 350 milioni “non usati” nel 2023 e destinati ad altri fini devono tornare alla disabilità.

2. usare tutti quei 350 milioni per rifinanziare – prima che confluiscano nel Fondo unico - il Fondo per i caregiver familiari, il Fondo per l’inclusione delle persone con disabilità per i quali non è prevista copertura per il 2024/25 e per il Fondo per l’inclusione delle persone sorde e con ipoacusia che non ha copertura nel 2025. Nella discussione del decreto “anticipi” c’è lo spazio per farlo se ci sono le volontà.


“Solo così il Fondo unico previsto nella prossima legge di bilancio non sembrerà una grave dimenticanza nei confronti dei più fragili. Le persone con disabilità e i loro familiari chiedono subito questo segnale non certo solo per il suo significato ma per la concretezza che ne deve derivare”,


 concludono
Comitato 16 novembre, Confad, CoorDown, Favo, Fida, Fight the stroke e Uniamo.