martedì 24 novembre 2020

REGIONE PUGLIA:Assegno di cura camuffato e dimenticato!

 


Sempre la solita storia!

Pensavamo di aver raggiunto un equilibrio, pur instabile, con la Regione Puglia per ciò che concerne la misura di sostegno sociale da destinare ai disabili affidati alle cure della propria famiglia, la cui condizione di totale gravità è contemplata dal Decreto Ministeriale Fondo Non Autosufficienza.

L'Assessore Al Welfare Ruggeri, in barba alle rimostranze avanzate anche con veemenza, durante le videoconferenze, dalla nostra ed altre Associazioni, ha pensato bene di mettere il cappottino nuovo a quello che tutti conoscevamo come "Assegno di Cura".

Così è nato il "Contributo straordinario Covid", contributo le cui risorse provengono, come avveniva in precedenza per l'assegno di cura, dal Fondo Nazionale per la Non autosufficienza cui si aggiunge  una quota di compartecipazione della Regione Puglia.

Anche l'importo riconosciuto al disabile gravissimo ha subito una variazione in negativo, passando da 900 euro, e ricordiamo che fino a 2 anni fa l'importo era di € 1100 euro, agli attuali€ 800.
800 euro al mese per prendersi cura del proprio familiare ammalato, sostituendosi in tutto e per tutto alla sanità, sgravando la stessa di spese esorbitanti insomma, le famiglie sono diventate esperte in medicine e le case dei disabili veri e propri ospedali.
Il tutto, naturalmente, a titolo gratuito.
E sì, perchè il   "Contributo straordinario Covid" voluto da Ruggeri ed approvato da tutta la Giunta regionale, doveva servire a sostenere 7000 famiglie.
In realtà le famiglie sostenute, ovvero quelle che hanno avuto accesso alla misura di sostegno sociale, i vecchi fruitori già noti alle Asl pugliesi perchè o beneficiavano del contributo o erano ammessi allo stesso, sono poco più di 4mila. 

Per quanto riguarda le risposte alle nuove domande presentate  per quel contributo che, ricordiamolo,  è stato fatto in emergenza/urgenza, i richiedenti ancora brancolano nel buio.
La misura di sostegno sociale è stata erogata ai casi noti, a copertura del periodo Gennaio-Luglio 2020.
Quando parliamo di casi conclamati, qualunque revisione sarebbe uno spreco di tempo e danaro pubblico.
Per tale motivo, visto il periodo particolarmente difficile, abbiamo chiesto nei mesi scorsi di andare in continuità, per tutti questi malati casi noti,  fino a dicembre 2020, nelle more della preparazione del nuovo bando.
Impegno che il Presidente Emiliano aveva garantito non più tardi di 3 mesi fa!
Considerato il fatto che la Regione non ha ancora speso l'intera quota di  41milioni 500 mila euro messi a disposizione per il Contributo Covid, considerando il fatto che c'è la copertura necessaria per procedere a dare almeno 3 mesi alle famiglie che sono in grave difficoltà, ci chiediamo cosa stia aspettando il Presidente Emiliano per alleggerire le famiglie che gestiscono da sole casi da ricovero!!!
Cosa aspetta ancora la Regione Puglia, che i nostri ammalati, quelli dei quali noi ci prendiamo cura, quelli seguiti, per una manciata di minuti, dagli operatori Socio Sanitari, operatori per i quali non è stato predisposto nessuno tampone, operatori che  entrano nelle nostre case e non sappiamo in quali condizioni cliniche,  muoiano in un sordina in contrapposizione alle morti eclatanti delle RSA ?
Non c'è tempo da perdere.
Riteniamo che la Regione Puglia sia già in colpevole ed ingiustificato ritardo.
Chiediamo ad Emiliano, che si chiami Assegno di cura o come lo ha definito un assessore della sua Giunta, Contributo Straordinario Covid, di fare azioni concrete che le chiacchiere ci hanno stancato e, per altro, certe chiacchiere non confortano nessuno e gettano discredito su chi, per il ruolo che ricopre, ha assunto un impegno nei confronti dei più fragili.

C16NO

mercoledì 18 novembre 2020

FNA. APPELLO A CONTE DEL C16NO




 Ancora una volta il C16NO  rivolge un appello al Presidente Conte, in merito alle risorse da destinare al Fondo per la Non autosufficienza.

Nella bozza di Bilancio non vediamo incrementi SIGNIFICATIVI dell'FNA, il Fondo per la Non Autosufficienza, fermo a 570 milioni di euro.

NON CI SIAMO!

E' necessario aumentare quel fondo ad almeno un miliardo, cifra ancora ben lontana da quello che servirebbe, e le risorse potrebbero essere attinte dal RECOVERY FUND, in maniera tale da favorire l'assistenza indiretta.

Oggi  si parla di cure domiciliari per il Covid per non far collassare il sistema sanitario nazionale. Condividiamo per i casi che non necessitano l'uso di terapie intensive tuttavia, in qualità di abituali fruitori delle cure domiciliari per il nostro stato di disabilità gravissima, denunciamo apertamente che  le nostre famiglie sono in cure domiciliari da sempre ma senza sostegni sufficienti per una vita dignitosa.

Come si può pensare di lasciare l'intero carico assistenziale sulle nostre famiglie senza dare il giusto sostegno? 

Se il Governo facesse lo sforzo di mettere  a disposizione  risorse aggiuntive sull'FNA,  garantirebbe alle famiglie che si prendono cura del disabile, quell'assistenza,  dignitosa, cui la PERSONA DISABILE ha diritto.

Chiediamo che venga stabilito, a livello nazionale, un'assegno di € 1000 mensili per i disabili gravissimi e che il tutto sia gestito direttamente dall'Inps, esattamente come avviene per le altre misure di sostegno.

Viviamo nel terrore che le stragi plateali delle RSA, si tramutino in stragi silenziose nelle nostre abitazioni.

Presidente Conte, non lasci inascoltate le nostre parole, le nostre denunce e le nostre richieste.

Mariangela Lamanna

Presidente Comitato 16 Novembre

Associazione per la Sla e le patologie altamente invalidanti


venerdì 13 novembre 2020

Appello di un'ammalata pugliese


Era il 4 maggio.

Il Comitato 16 Novembre richiedeva al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che venissero eseguiti i tamponi agli operatori sanitari  impegnati nell'ADI, Assistenza Domiciliare Integrata, con cadenza quindicinale, al fine di tutelare il più possibile i malati gravissimi e le loro famiglie e preservarli da probabili contagi portati nelle abitazioni da  operatori asintomatici.

Ad oggi, 14 Novembre con 1.300 contagi giornalieri in media, la nostra richiesta non è stata  presa in considerazione e ci ritroviamo con operatori ai quali non solo non  vengono effettuati i tamponi con cadenza periodica, ma non hanno nemmeno DPI a sufficienza, che da ordinanza regionale dovrebbero essere obbligatori,  per proteggere sé stessi,  i propri pazienti e le  famiglie che li accolgono in casa.

Ogni giorno riceviamo richeste di intervento in merito a questi drammi delle famiglie.

Sperando serva a riflettere su quale sia lo stato d'animo delle famiglie che rappresentiamo, vi riportiamo l'amaro sfogo di una nostra associata, la Sig.ra Annalisa Barletta di Ceglie Messapica (BR), di 42 anni, affetta da SLA, mamma di 3 bambini, che è seriamente preoccupata per sé e per la propria famiglia, considerando che ha 3 bambini piccoli da proteggere.

“Buongiorno,

sono Annalisa Barletta da Ceglie messapica, 42 anni con tre bambini piccoli e con Sla.

Sono immobile e respiro con il supporto di una macchina.

Vi denuncio uno scenario già da voi conosciuto..

Ma ben tenuto coperto..

Noi pazienti assistiti da questa strana ADI. Gestita da una cooperativa che ha tre nomi.

Non ha personale.

Non controllava fino a ieri (dopo infinite segnalazioni) le infezioni da Covid.

Ora si rifiuta di eseguire come prevede la normativa, il tracciamento dei contagi omettendo in questo modo di avvisare pazienti e familiari di essere stati probabilmente contagiati.

Io stessa e la mia famiglia stiamo vivendo in questa angoscia.

Ora ci domandiamo:

Come può avvenire tutto questo, con il vostro consenso??

In attesa di una risposta

Porgo distinti saluti”.


Questo lo sfogo di Annalisa, un'ammalata, fra tante come lei, che si ritrova in una situazione di vero terrore.

Voler vivere nonostante la grave patologia da cui è si è affetti e non essere messi in condizione di poterlo fare.

Ricordiamo, oltretutto, le centinaia di richieste al giorno in merito alla sospensione dell’erogazione dell’Assegno di Cura, fermo al  al 31 luglio scorso, ridotto di € 100  al mese rispetto allo scorso anno, e rinominato dal precedente assessore regionale al Welfare, “contributo Covid”.

A malincuore non possiamo che constatare che, anche in una grave emergenza sanitaria come quella che stiamo vivendo in questo periodo, i malati gravissimi restano sempre ultimi, anzi lo sono ancor di più e, puntualmente,  vengono disattesi i principi di uguaglianza e tutela alla salute che restano soltanto belle parole.

Auspichiamo che Annalisa riceva delle risposte a garanzia del suo stato e  che alle famiglie dei disabili gravi-gravissimi e ai loro operatori vengano forniti immediatamente tutti gli strumenti necessari per garantire un supporto “sicuro e dignitoso” alle persone di cui si prendono cura.

Non vorremmo mai che la carneficina registrata nelle Rsa a marzo, venga registrata  ora nelle abitazioni private dei disabili di tutta Italia perchè sarebbe un errore imperdonabile ed inaccettabile. 

Il Governo sta spingendo, in questo momento, per le cure domiciliari per i pazienti colpiti dal Covid.

Noi siamo in cura domiciliare da sempre e ci aspettiamo massima attenzione, sempre.


      Donato Grande