L'Associazione Comitato 16 Novembre esprime grande preoccupazione per il
futuro di un progetto che da oltre dieci anni consente ai malati di sla ed a
tutti i malati gravissimi della Sardegna di essere assistiti nel proprio
domicilio.
Dopo due richieste di incontro
nei mesi di aprile e di giugno alle quali, ad onore del vero, l’Assessore alla
Sanità ha risposto con sollecitudine e ha mostrato, con i
suoi collaboratori, attenzione ai vari problemi che il Comitato ha
dettagliatamente evidenziato.
Ci si aspettava di essere, quantomeno, sentiti prima
che gli uffici della Regione apportassero modifiche ad un sistema, quello del
“Ritornare a casa”, che nel corso degli anni
è stato studiato e via via
modificato al fine di corrispondere sempre di più al fabbisogno
assistenziale dei malati di sla e di tutti i malati gravissimi.
Constatiamo, invece, con disappunto
e preoccupazione che le nuove “Linee di indirizzo 2019” relative agli
interventi a favore delle persone in condizioni di disabilità gravissima, non solo modificano in maniera importante i criteri di attribuzione, ma sono anche state adottate
dalla Regione unilateralmente, senza un preventivo confronto con le associazioni
di tutela dei malati.
Di questo siamo molto rammaricati
perché, tenuto conto della buona impressione ricevuta nei due precedenti
incontri, pensavamo di aver instaurato con l’Assessore Nieddu un dialogo
costruttivo,
considerato che il Comitato 16 Novembre è stato da sempre parte
attiva e spesso propositiva per tutto quanto concerne il progetto “Ritornare a
casa”.
Al momento, a fronte di questo
mancato confronto, non possiamo condividere i nuovi criteri di attribuzione dei
fondo per le disabilità gravissime poiché non tengono conto dei diversi bisogni
assistenziali.
Nonostante tutto confidiamo in
un, seppur tardivo, invito…
Comunque vadano le cose, non
rimarremo inerti ad aspettare che altri decidano sulla nostra pelle.
Maria Paola Aureli
Referente Comitato 16 Novembre –
regione Sardegna
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