sabato 2 marzo 2013

La Fondazione Maugeri ed il trapianto di staminali del Dr. Melazzini

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Alla Direzione Generale della Fondazione Salvatore Maugeri di Pavia
e p. c. Al Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Raffaele Guariniello
LORO SEDI

Spett.le Direzione,
Formulo la presente in nome e per conto del Comitato 16 Novembre Onlus, Associazione per la S.L.A. e le patologie altamente invalidanti.
Nel 2010 abbiamo chiesto al  Dott. Melazzini, affetto da S.L.A. (Sclerosi Laterale Amiotrofica), visti gli evidentissimi miglioramenti del suo stato di salute,  cosa avesse fatto per riprendere funzionalità ormai perdute, facoltà a tutt'oggi purtroppo ancora negata a qualunque ammalato di SLA.
Il Dott. Melazzini  ci ha comunicato di essersi sottoposto ad un trapianto di staminali autologhe presso la Loro struttura, di cui era primario oncologo del Day Hospital, firmando più liberatorie di quanti referti abbia mai firmato nella sua carriera professionale. (Si allega la domanda e la risposta del Dott. Melazzini).
Per quanto ci è dato conoscere in Italia, ancora oggi, non è possibile effettuare un trapianto che  non sia stato sottoposto all'approvazione dell'ISS.
Ogni giorno ci interfacciamo con i medici che inneggiano alla prudenza ed al rispetto delle regole civili, etiche e professionali, quelle regole che impediscono loro di prescriverci, o anche solo consigliarci, rimedi la cui sicurezza ed efficacia non sia documentata, e regolarmente  e scientificamente testata.
La legge italiana dispone che è necessario organizzare una sperimentazione che testi e  verifichi gli effetti sui malati con qualunque patologia: questo richiede tempo, anni, risorse, diversi malati volontari, decine di medici, ricercatori,   centri qualificati che seguano un protocollo approvato da una serie di agenzie che ne verifichino la qualità.
Tutto questo iter, tuttavia, per sua diretta ammissione, non è stato seguito dal Dott. Melazzini che ha potuto sottoporsi a tale sperimentazione senza doversi attenere ai vincoli dettati per tutti gli altri ammalati.
Tutto ciò avrebbe avuto un senso se, al manifestarsi dei primi segnali  di miglioramento,  (si parla di pochi  mesi), ci fosse stata una pubblica dichiarazione sulla terapia provata e una conseguente richiesta di validarla.
Così non è stato. La dichiarazione allegata risale, ripetiamo, solo al 2010.
Prima di essa, il Dott. Melazzini aveva salutato gli ammalati di SLA che rappresentava, in quanto Presidente dell'Associazione AISLA, dicendo loro che i suoi ritrovati movimenti erano dovuti
all' “adrenalina”  che aveva in circolo.  Ma il trapianto risale ad anni prima, molto prima del 2010.
E ci sono voluti ben 6 (?) anni prima che due soli pazienti fossero arruolati in un trial del quale ancora non si conoscono gli esiti.
C'è molta poca chiarezza in tutto ciò e riteniamo che, per farla e per dare risposte a tutti gli ammalati che la chiedono, si debba partire dalla Loro struttura, luogo in cui il trapianto è stato possibile, documentando ufficialmente tempo, modalità ed autorizzazione all'esecuzione dell'intervento, che non può essere stato realizzato dal  Dott. Melazzini in solitudine.
Attendiamo, per quanto sin qui enunciato, di conoscere la Loro risposta in merito,
comunicando, altresì, che entro 10 gg dalla presente provvederemo a sporgere formale denuncia.

Distinti saluti.

Laura Flamini
Presidente COMITATO 16 NOVEMBRE ONLUS
02/03/2013
All.ti:
1.     Lettera al Dott. Melazzini
2.     Risposta del Dott. Melazzini

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Lettera aperta al Presidente Aisla Dr. Melazzini

di Mariangela Lamanna

Gent.mo Presidente,
dopo il ns. incontro in quel di Roma, ho avuto modo di riflettere tanto e ho deciso di accontentarLa nel Suo invito: “parliamone”. A dire il vero l'avevo fatto anche in passato ma, come scrittomi anche dalla Segretaria generale, può capitare che nella confusione le mails vadano perse e io non abbia il piacere di leggere la Sua risposta.
E sia. Andiamo avanti e, per avere certezza che questo mio scritto La raggiunga e, soprattutto, per accontentare anche tanti carissimi amici, Le scrivo una lettera aperta.
Mi permetto di coinvolgere anche gli altri ammalati di Sla in questa ns. pubblica chiacchierata, in quanto ritengo che le informazioni che vorrà darmi, saranno utili a molti di loro e, soprattutto, chiarificatori per tutti. Anche perché, francamente, a volte sono stanca di non avere risposte ad interrogativi che mi provengono da ogni dove.
Cerchi di capire, Presidente, non tutti hanno la capacità di buttar giù due righe, non tutti hanno la forza, a molti manca la voglia, si sentono abbandonati ma noi, che ci muoviamo per loro, abbiamo il dovere di fare tutto e di più per accontentarli nelle loro richieste e sostenerli come meglio possiamo.
Troppe cose non chiare, troppi dubbi, troppe domande che non hanno mai ricevuto risposta, altre le cui risposte erano in conflitto con quanto precedentemente dichiarato da Lei o altre persone a Lei vicine.
Basta, negli occhi ci siamo guardati. Ora è giunto il momento di andare oltre, come ha detto Lei e di sgombrare il campo a qualunque malinteso.
Intanto chiariamo una volta per tutte che non fa parte del mio costume scagliarmi contro qualcuno per scaricare le mie frustrazioni. Sono una persona assolutamente libera da ogni condizionamento, nonostante tutto, e mi limito ad osservare ciò che mi circonda e giudicarlo secondo le mie (magari scarse????) capacità intellettive. E consento sempre agli altri di esprimere i proprio punto di vista e di farmelo, altresì comprendere.
E veniamo al dunque, al dubbio diventato certezza dopo il ns. incontro.
Sul forum di SlaItalia, home, sito web, biblioteca, leggo una frase del Suo libro che recita così:
«Da quattro anni sono malato di Sla... Nonostante sia costretto sulla sedia a rotelle, possa solo muovere due dita della mano destra, sia alimentato artificialmente....apprezzo sempre di più quanto sia bello vivere...!
Era il 2007 Presidente e oggi, 2010, quelle due dita della mano destra si sono trasformate in una potentissima stretta di mano, piena di vigore e di energia, e l'ho osservata mentre muoveva le sue dita con una dimestichezza ed una disinvoltura che mi hanno impressionato ancora di più. 
E facciamo ancora un passo indietro: il suo "esperimento" su sé stesso con le staminali.
Libro, non libro, non mi interessa. Mi interessa invece ciò che fu detto, e cioè che Lei non aveva tratto alcun giovamento da quella sperimentazione e che solo grazie all'eccesso di adrenalina che aveva in corpo, poteva articolare le braccia ormai immobili.
Allora, mi chiedo, se così è, a cosa è dovuto il suo innegabile miglioramento, davvero all'eccesso di adrenalina? E, se è vero che non ci sono stati questi miglioramenti, perché insistere con questa sperimentazione? 
Sperimentazione attorno alla quale, come al solito, aleggia l'aria di mistero che neanche il miglior mago riuscirebbe ad eguagliare.
Quando partirà questa sperimentazione? E dove? Quanti pazienti saranno reclutati? E in che modo?
Da una parte abbiamo Il Dott. Vescovi che ci mette al corrente degli insuccessi o del suo procedere in questo complicato cammino, dall'altro Lei che rappresenta, come dice sempre, tutti gli ammalati di SLA, soci o non soci Aisla, che ci "costringe" (lo dico bonariamente....) a comprare i suoi libri per sapere qualcosa in più.... due paginette..... un po’ poco se parliamo della vita e della speranza per oltre 5000 ammalati in tutta Italia.
Presidente Lei, ci e mi, chiede fiducia. Eccomi pronta a dargliela personalmente se avrà dipanato i dubbi più importanti che mi ballano in questa testa da un bel po’.
Come ha fatto Lei, Presidente, in una malattia che può registrare solo il peggioramento, a migliorare così tanto?? Se è questione di adrenalina in circolo, possibile che tutti gli altri ammalati di Sla abbiano la sfortuna di esserne privi? 
E se, come sostiene, lei non ha avuto miglioramenti con la sperimentazione che ha testato su di sé, non Le pare sia un gran peccato buttar via tanti soldi in qualcosa che non ha funzionato?
Sa perché glielo chiedo Presidente? Lei è venuto a farci visita a Roma, in data 16 novembre giornata in cui un gruppo di ammalati di Sla ha combattuto ed ottenuto anche uno stanziamento di 10 milioni di euro da destinare alla ricerca. 
Un successo tutto ns., del COMITATO 16 NOVEMBRE, frutto solo dei ns. sforzi, del ns. impegno, della ns. tenacia, del quale vogliamo godano tutti gli ammalati in egual misura.
E abbiamo il dovere, per rispetto agli ammalati tutti , di impegnarci affinché questi soldi non vadano dispersi o dissolti nell'aria come già successo per altri stanziamenti mai arrivati a destinazione.
Mi auguro vivamente che tale sperimentazione funzioni, perché ritengo sacrosanto che chi, come Lei, 4 anni orsono muoveva solo due dita della mano, domani possa, a pari suo, fare una carezza ai propri figli.
Mi chiedo, tuttavia, come ci si regolerà nei confronti dei restanti 4990 ammalati che non saranno reclutati? Sarà almeno dato loro modo di avere un quadro chiaro di questa sperimentazione, insomma essere coinvolti in qualcosa che riguarda la propria vita?
Grazie per le esaustive risposte che vorrà fornirmi a definitivo chiarimento di quanto dettoci nel ns. incontro romano.

Mariangela Lamanna
Presidente Associazione Puglia Amore Mio
Componente COMITATO 16 NOVEMBRE
Care giver di Giusi Lamanna - ammalata di Sla dal 15/4/2008


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LA RISPOSTA DEL DR. MELAZZINI

Gentile sig.a Lamanna,
grazie per avermi scritto. Parto un po’ da lontano, ma penso sia importante. Alcuni anni fa la malattia era in caduta libera, peggioravo rapidamente; nel bene o nel male, cercavo di studiare e documentarmi il più possibile. Il mio interesse nelle varie cause della malattia era però indirizzato in particolare al coinvolgimento sia del sistema immunitario, sia alla risposta infiammatoria. In letteratura sempre di più, già alcuni anni fa, ma soprattutto ora, si vede come nel processo patologico intervengano sia cellule dell’infiammazione (le cellule della glia) sia anche vari fattori di crescita, che citochine, soprattutto in senso protettivo. Ipotizzai allora di sottopormi ad un trattamento che potesse agire sia sul sistema immunitario, sia stimolare la liberazione di citochine che di fattori di crescita. Pensai di utilizzare il trattamento che già veniva applicato nella terapia di alcune patologie autoimmuni, nei mielomi ed in alcuni linfomi. Inoltre un trattamento simile era già stato provato in pazienti con sclerosi multipla. Nel mondo Sla a livello internazionale, un grande fautore di queste ipotesi è il Prof. Appel. Il trattamento consisteva nell’utilizzo di un farmaco con proprietà di immuno modulatore e di immunosoppressore, la Ciclofosfamide ad alte dosi, e nella raccolta e re infusione di cellule staminali emopoietiche autologhe (cioè cellule staminali dello stesso paziente). Andando contro tutto e tutti (i neurologi, la direzione del mio ospedale), riusciì con molta fatica ad applicarmi il trattamento (ho firmato più assunzioni di responsabilità come medico in quel periodo, che proporzionalmente di quelle firmate in tutta la carriera professionale).
Sono arrivato al trattamento con un quadro di tetra paresi spastica, disfagia per solidi e liquidi (avevo posizionato già la peg) insufficienza respiratoria restrittiva (utilizzo della NIV 12-14 h al giorno). Tutti i parametri clinici e strumentali erano stati monitorati. Praticamente in cosa consisteva il trattamento: al giorno I mi veniva infusa la Ciclofosfamide ( 3 gr totali). A partire dal giorno III veniva iniziata la somministrazione di G-CSF( fattore di crescita granulocita rio) per la mobilizzazione dal midollo osseo di cellule staminali emopoietiche. 
In 10 giornata mi venivano raccolte le staminali con un procedimento di aferesi ( una sorta di dialisi), e successivamente congelate e conservate. Dopo circa 30 giorni nuova infusione di Ciclofosfamide e a 48 ore re infusione delle mie cellule staminali e trasferimento in camera sterile.
Sono stati giorni pesantissimi in cui sono stato molto male, in particolare ho avuto diversi problemini (tutti prevedibili) ed un evento avverso importante cardiologico del quale porto ancora le conseguenze, ma dopo 10 giorno uscì dalla camera sterile. È stato un percorso difficilissimo, duro non solo fisicamente e psicologicamente, ma soprattutto per le grande ostilità che ho incontrato. 
Inizialmente non notai nulla, ma dopo circa 1 mese notai che il mio respiro, in particolare quando parlavo, era meno pesante. Pensavo ad un effetto placebo, ma dopo due mesi, quando mi ricontrollarono gli esami, la capacità vitale mi era aumentata di 100 cc, non molto ma molto incoraggiante per me. A distanza di circa 8 mesi dal trattamento mi sentivo più forza alla mano destra. Da li è cominciata la mia battaglia contro i miei colleghi neurologi ed ematologi per cercare di trasformare il mio protocollo in un protocollo di fase 1 per valutarne con i numeri, la sicurezza certa del metodo. Dopo confronti abbastanza duri e sostenuti, seppur che non accettavano totalmente il mio razionale, accettarono invece di stendere il protocollo con il G-CSF che ha portato a dei risultati giudicati interessanti. Se interessa questo è l’articolo relativo (Consistent bone marrow-derived cell mobilization following repeated short courses of granulocyte-colony-stimulating factor in patients with amyotrophic lateral sclerosis: results from a multicenter prospective trial.) Tarella C, Rutella S, Gualandi F, Melazzini M, Scimè R, Petrini M, Moglia C, Ulla M, Omedé P, Bella VL, Corbo M, Silani V, Siciliano G, Mora G, Caponnetto C, Sabatelli M, Chiò A; STEMALS STUDY GROUP Cytotherapy. 2010;12(1):50-9
Questo primo risultato mi ha permesso di stressare ulteriormente la comunità dei ricercatori sla perché era importante che quanto fatto da me doveva essere replicato correttamente per ottenere dati scientifici certi. Dal Centro NeMO, abbiamo proposto ufficialmente e finalmente il protocollo, condiviso da tutti gli sperimentatori che, dopo un lungo e burocratico iter, è arrivato all’ISS. (Istituto Superiore di Sanità) per l’autorizzazione alla sperimentazione.
Il titolo del Protocollo è : TREATMENT OF AMYOTROPHIC LATERAL SCLEROSIS PATIENTS WITH CYCLOPHOSPHAMIDE FOLLOWED BY AUTOLOGOUS HAEMATOPOIETIC STEM-CELL TRANSPLANTATION SUPPORT: AN OPEN LABEL PHASE I/IIA STUDY.
Gli obiettivi dello studio saranno: verificare la sicurezza e la tollerabilità della CY ad alto dosaggio seguita da cellule staminali ematopoietiche in pazienti affetti da SLA e ottenere dati preliminari della possibile attività di tale trattamento sulla evoluzione clinica della malattia.
Lo studio sarà Multicentrico, in aperto di fase I/II. Il Centro coordinatore sarà la Clinica Neurologica di Genova con il Prof. Mancardi e la dr.ssa Caponetto. Verranno trattati 28 pazienti in 7 centri italiani con esperienza sui trials nella SLA e nella terapia ad alto dosaggio con farmaci immunosoppressori. (Genova, Milano 2 centri, Novara, Torino, Firenze e Siena).L’ Endpoint primario sarà valutare la Sicurezza e tollerabilità del trattamento nella SLA. I criteri di inclusione saranno i classici di tutti i trial clinici.
Se l’autorizzazione ISS mi auguro arriverà nei tempi previsti, gli arruolamenti inizieranno entro la fine di Gennaio 2011 salvo imprevisti o intoppi burocratici. 
Tutto ciò viene fatto e sarà e continuerà ad essere fatto per i malati. La ricerca purtroppo ha delle regole e dei tempi che devono essere da noi malati accettati e rispettati, pur a volte non condividendoli. Ma a ciò che oggi noi non possiamo accedere perché non reclutati, un domani mi auguro il più vicino possibile, il tutto possa essere accessibile a tutti. E quando dico il tutto mi riferisco a qualsiasi protocollo sperimentale che dimostrerà una efficacia. Dobbiamo resistere.
Infine come mi auguro Lei saprà la SLA si manifesta con quadri clinici diversi a seconda della maggiore o minore compromissione del I. II o bulbare motoneurone, con tempi di progressione, evoluzione e sintomatologia diversi da caso a caso. 
Ciò che posso dirLe, è che io sono convinto che ciò che ho fatto mi ha aiutato, ma mi hanno e mi aiutano molto le motivazioni che quotidianamente incamero incontrando le persone malate ed i loro famigliari, che mi spingono a lottare, arrabbiarmi, proporre e confrontarmi, per cercare di fare ed ottenere qualcosa, anche se può sembrare solo una goccia, per i malati di SLA e le loro famiglie. E questo è quanto, quando faccio riferimento all’adrenalina.
Non passa sera che mi addormento pensando di potere guarire e prego sempre che tutti possano guarire. Sono molto stanco e tutto ciò che faccio mi costa una fatica immane, ma probabilmente questo non viene tenuto in considerazione, ma come dico sempre, andiamo avanti.
Mercoledì scorso ho incontrato il Prof. Vescovi con la dr. Mazzini; ci si augura, salvo i soliti intoppi o vincoli burocratici, che entro il 2011, anche il protocollo con le cellule staminali neuronali, possa prendere il via.
Porti il mio caro saluto ed un abbraccio a Giusy.
Spero di avere risposto alle Sue domande, ma se ci fossero altri dubbi o chiarimenti da fare, rimango a Sua disposizione. Buona serata ed un cordiale saluto
Mario Melazzini






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