Complice la canicola che non ci dà modo di respirare i consiglieri regionali della Puglia, zitti zitti quatti quatti, evidentemente vittime di un colpo di calore, martedi 25 luglio p.v., sono nuovamente pronti a votare la reintroduzione del trattamento di fine rapporto che, ricordiamo, fu abolito dal presidente Vendola nel lontano 2012 .
Comitato 16 novembre O.d.V.
...Quel che ci accomuna è, soprattutto, la scelta di prendere in mano il nostro destino, di essere noi i protagonisti di questo movimento civile ed umano, senza deleghe in bianco a chicchessia...
domenica 23 luglio 2023
TFR PER I CONSIGLIERI REGIONALI PUGLIESI: NUOVO BLIZ PER REINTRODURLO
martedì 11 luglio 2023
REGIONE PUGLIA. LE RICHIESTE AL WELFARE
Esprimiamo soddisfazione per l'accoglimento della nostra istanza relativa al prolungamento del bando sino al 18 luglio p.v., proroga, questa, che darà la possibilità a chi non ha ancora ricevuto l'ISEE dal patronato,
lunedì 10 luglio 2023
RICHIESTA PROROGA PATTO DI CURA REGIONE PUGLIA
In merito alle domande di sostegno sociale che il welfare Regione Puglia ha posto in essere per le persone con disabilità, chiediamo con forza la proroga del bando, attivo dal 15 giugno all' 11 luglio, perché come più volte denunciato in passato, si è verificato proprio quello che temevamo, ovvero che CAF e Patronati, presi da altre attività fiscali rivolte alla cittadinanza, non trovano il tempo per produrre l'ISEE necessario per la presentazione delle domande.
Considerato che i giorni lavorativi messi a disposizione per la presentazione del bando sono soltanto 18, considerato il fatto che il portale regionale ha presentato numerosissimi problemi, fra tutti l'estrema lentezza e il dover ripetere a iosa informazione già precedentemente inserite, facendo perdere solo tempo, a volte per una sola domanda abbiamo impiegato oltre un'ora di tempo, considerate le difficoltà procedurali legate alla mancanza di Spid,
lunedì 15 maggio 2023
WELFARE PUGLIA: TUTTO DA RIFARE
C'è più di qualcosa che mette d'accordo tutte le Associazioni presenti al Tavolo per la Disabilita' della Regione Puglia: i provvedimenti imposti dal Welfare in materia sociale sono INACCETTABILI ed ASSOLUTAMENTE PRIVI dei requisiti necessari per consentire con serenità alle famiglie di avere cura, presso il proprio domicilio, del parente affetto da gravissima disabilità.
Passi che il Welfare pugliese non mostri il minimo rispetto dovuto alle Associazioni, passi che si chieda da mesi il Tavolo in presenza e si adduca, come giustificazione per il mancato accoglImento di questa istanza, la mancanza di tempo per reperire una sala disponibile ad ospitare le Associazioni, una solenne sciocchezza che dimostra quanto sia inadeguato un Assessorato che non agisce per tempo per accogliere i rappresentanti e le persone con disabilità.
Siamo passati da un Assessore che chiedeva alle persone con disabilità di sacrificarsi, riducendo l'importo mensile dell'assegno di cura che, ricordiamolo, nel giro di pochi anni ha subito una diminuzione di € 500,00, per permettere di ampliare la platea dei beneficiari, cosa questa, peraltro, mai avvenuta, visto sono 4 anni che non si è aperta alcuna ulteriore finestra per soddisfare le esigenze dei nuovi disabili, Assessore in seguito sottoposto a provvedimento giudiziario per corruzione, ad altro Assessore che non ascolta e sfugge il confronto leale e democratico, imponendo solo ed esclusivamente i propri punti di vista.
Possiamo senza alcun dubbio affermare che ce n'è abbastanza per prendere le distanze da questo modo di agire irrispettoso delle persone più fragili e dei loro rappresentanti.
Chiediamo, pertanto, l'immediato intervento del presidente Emiliano per porre fine a questo teatrino perchè i tempi sono maturi per pensare ad un Welfare costruttivo ed accogliente, volto a prendere il proprio ruolo con la massima serietà e con il massimo ascolto.
LE ASSOCIAZIONI DI DISABILI UNITI
giovedì 11 maggio 2023
WELFARE PUGLIESE. LA SAGA DELLE MARIONETTE
SIAMO AL RIDICOLO
Sì, c'è proprio da piangere tuttavia.... siamo invece, purtroppo, al ridicolo, al ridicolo totale.
Ci chiediamo come possa rappresentare le persone con disabilità l'Assessore preposto che rifiuta l'incontro "de visu" con le persone con disabilità.
venerdì 10 marzo 2023
Nuovo Contratto Badanti: il costo del welfare sulle famiglie italiane Urgente un intervento politico
LETTERA APERTA AL GOVERNO E AL PARLAMENTO
Nuovo Contratto Badanti: il costo del welfare sulle famiglie italiane Urgente un intervento politico
Dal primo gennaio 2023 è in vigore il nuovo contratto collettivo nazionale per colf, badanti e collaboratori domestici. Un atto che giustamente adegua le retribuzioni, mediamente molto basse, riconosciute a chi assicura assistenza domestica presso milioni di famiglie italiane. Vengono innalzate le retribuzioni, elevato il costo dei contributi, aumentate le indennità sostitutive di vitto e alloggio. Per restituire l’idea degli aumenti, una famiglia che si avvalga per 30 ore alla settimana di badante o assistente ad una persona non autosufficiente avrà una spesa maggiore di circa 1.300 euro l’anno. Se l’operatore è dipendente a tempo pieno e convivente l’aumento medio annuo sarà di circa 1.600 euro. Se il collaboratore vanta una certa anzianità di servizio, la spesa aumenta. Come detto, si tratta di aumenti doverosi, ma che si abbattono esclusivamente sulle famiglie cioè le prime garanti del sistema di welfare. Sono oltre due milioni di nuclei.
Ne sono colpiti in particolare alcuni profili.
1. le famiglie con persone anziane non autosufficienti che hanno preferito non ricorrere al ricovero in RSA (finora il 58,5% delle famiglie rientra in questa condizione; dati Censis);
2. le famiglie e le persone con severe necessità assistenziali e sanitarie – pensiamo anche alle persone con patologie oncologiche – che hanno fortemente voluto, anche a costo di forte impegno diretto nell’assistenza, che il luogo di vita del congiunto rimanga la sua casa;
3. le persone con disabilità che hanno optato per percorsi di vita indipendente avvalendosi anche di assistenti personali;
4. i caregiver familiari che hanno necessità di essere coadiuvati, per quanto economicamente possibile, da assistenti, colf, operatori.
Ne saranno ancora più colpiti i nuclei che hanno scelto di regolarizzare i contratti anche nella speranza, parzialmente soddisfatta, di poter contare su contributi pubblici che non coprono mai completamente i costi. L’effetto certo è quello dell’ulteriore impoverimento, sospingendo o mantenendo i nuclei e le persone nella povertà relativa se non assoluta. Questo nuovo sovraccarico economico – non va dimenticato – si aggiunge all’aumento del costo della vita, ad un non proporzionale aumento di pensioni e retribuzioni, ai costi energetici che acclaratamente pesano di più su questo tipo di nuclei. Sarà un sovraccarico insostenibile che costringerà a scelte inevitabili.
Sono infatti prevedibili alcuni preoccupanti effetti:
a. il ricorso ai rapporti di lavoro irregolare (i cui costi comunque fatalmente aumenteranno);
b. il ricorso al ricovero in RSA e in istituto che potrebbe progressivamente diventare più sostenibile economicamente per le famiglie;
c. la rinuncia a percorsi di autonomia personale e vita indipendente intrapresi da persone con disabilità con il ritorno alla famiglia di origine o con il ricorso a strutture protette;
d. la rinuncia ai collaboratori da parte dei caregiver familiari, sobbarcandosi anche quella parte di lavoro con ciò che ne deriva in termini di salute e isolamento.
Troppo spesso si dimentica che le famiglie italiane sono il principale “azionista” del welfare in ambito assistenziale e sulla non autosufficienza.
Per la retribuzione dei lavoratori domestici regolari, le famiglie italiane nel 2020 hanno speso circa 5,8 miliardi, a cui vanno poi aggiunti i contributi (1 miliardo) e i TFR (0,4 miliardi), per un totale di 7,2 miliardi per la sola componente regolare. Considerando anche la spesa per la componente irregolare (quindi solo la loro retribuzione), si ottiene un volume complessivo di 14,9 miliardi spesi dalle famiglie per la gestione dei lavoratori domestici (dati Censis, Istat, Domina). A questa cifra impressionante va aggiunto tutto il lavoro non riconosciuto assicurato da migliaia di caregiver familiari, cioè da persone, in maggioranza donne, che spesso rinunciano al lavoro retribuito e alla carriera per assistere il loro congiunto. Ancora oggi è risibile il riconoscimento di queste spese. In ambito fiscale sono riconosciute solo la deducibilità dal reddito dei contributi versati, fino a 1.549,36 euro all’anno, e la detraibilità dall’Irpef del 19% delle spese per gli addetti all’assistenza di persone non autosufficienti, fino a 2.100 euro per contribuente, ma solo se il reddito complessivo non supera i 40mila euro. Un quadro che non aiuta certo l’emersione del lavoro nero e la regolarizzazione, una scelta miope non certo impostata sull’equità.
Si aggiunga a questo quadro che i contribuiti riconosciuti dallo Stato (Fondo Non Autosufficienza), già largamente insufficienti, vengono irrimediabilmente erosi dai pur giusti aumenti retributivi, oltre che dall’inflazione e dal costo energetico.
È tempo di passare dalle enunciazioni di principio (vita indipendente, supporto alla non autosufficienza, sostegno ai caregiver familiari) agli interventi concreti immediati e urgenti. Non c’è più tempo di attendere “riforme epocali”. Le richieste urgenti sono allora molto chiare e semplici: – aumento del Fondo per la non autosufficienza e accelerazione delle modalità di accesso ai contributi; – adeguamento dei contributi e semplificazione delle regole per i progetti di vita indipendente e per l’assistenza ai gravissimi; – erogazione di un bonus straordinario a favore dei nuclei e delle persone che hanno sottoscritto regolari contratti in presenza di una persona non autosufficiente; – revisione tempestiva delle formule di detrazione e deduzione delle spese tali da compensare gli oneri sostenuti e favorire l’emersione del lavoro nero; – ampliamento dei criteri per l’ingresso di lavoratori stranieri che svolgano attività di lavoro domestico. Sono tutti interventi che sono necessari e urgenti, e che richiedono un’azione politica tempestiva che non può più essere rimandata sine die in attesa di futuribili riforme complessive pur necessarie quali quelle sulla disabilità e sulla non autosufficienza o la norma quadro sui caregiver familiari. Le famiglie e le persone attendono una risposta!
10 marzo 2023
Agenzia per la Vita Indipendente Aps
ATRX Italia Aps
Cittadinanzattiva Collettivo Disabilità Municipio XI, Roma
Comitato Familiari Comma 255
Comitato 16 Novembre Odv
CoorDown – Coordinamento nazionale Associazioni delle persone con sindrome di Down
Coordinamento Associazioni Disabili, L’Aquila CPD –
Consulta per le Persone in Difficoltà, Torino
DAI Reagiamo Onlus, Tricase (LE)
Disability Pride
ENIL Italia
FAVO – Federazione delle Associazioni di Volontariato in Oncologia
Fiaba Autismo Onlus FIDA –
Forum Italiano Diritti Autismo Aps
Fondazione Fightthestroke Ets ISAAC – Italia,
Società Internazionale per la Comunicazione Aumentativa e Alternativa,
Ets La casa di Sofia Aps,
Taranto La lampada dei desideri Odv,
Roma Movimento Consumatori Aps
Oltre lo Sguardo Aps
Parent Project Aps
Sensibilmente Odv
UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare
UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare
Per contatti media, Ufficio stampa CPD, Fabrizio Vespa, fabrizio.vespa@cpdconsulta.it 338.760618
martedì 28 febbraio 2023
XV GIORNATA MONDIALE MALATTIE RARE
In occasione della XV edizione della Giornata mondiale delle malattie rare che si celebra il 28 febbraio,
vogliamo rappresentare una Luce nel buio della patologie e degli stati patologici rari, cronici ed altamente
invalidanti.
Ecco cosa è l'Associazione Comitato 16 Novembre che opera su tutto il territorio Nazionale e, in
particolare, nella zona di Taranto e provincia.
Solo chi conosce sulla propria pelle o su quella dei propri familiari il dramma di malattie devastanti come
la SLA, potrà comprendere la valenza di quanto messo in piedi in tutti questi anni e senza risparmiarsi,
dalla nostra Associazione che vanta, dal 2011, l'apertura di uno sportello informativo presso l’ Azienda
Sanitaria Locale di Taranto in V.le Magna Grecia 418.
Ed è proprio qui che è possibile usufruire di ascolto, formazione ed informazione, avvalendosi della
presenza di professionisti indispensabili per la cura delle malattie rare.
Rispettosi del compito sociale della nostra Associazione siamo a sottolineare e comunicare alla
cittadinanza l’ attività medica del Dr. Alessandro De Stefano e dell’Equipe del Servizio di Otofoniatria da lui
diretto, facente capo al Dipartimento di Riabilitazione e alla SSD di Malattie Rare della nostra ASL.
Infatti da circa un anno è attivo, presso il DART di Viale Magna Grecia 418, il servizio di Otofoniatria a
cui si accede tramite CUP o direttamente dopo la dimissione ospedaliera recente.
Qui il malato, affetto da quelle patologie coinvolgenti la deglutizione, la voce e l’ articolazione del
linguaggio, può essere monitorato e, se necessario, sottoposto a riabilitazione logopedica in maniera
tempestiva.
L’ azione del Dr Alessandro De Stefano, esperto in problemi della deglutizione, e della sua èquipe
altamente specializzata, appare oggi fondamentale nell’iter diagnostico e terapeutico di questi pazienti
affetti da patologia rara, neoplastica, neurodegenerativa o neuromotoria, evitando l’ insorgenza di
complicanze anche fatali.
Il Servizio di Otofoniatria è completato da 3 Logopedisti ( esperti della riabilitazione del pz adulto) ed 1
infermiere. Collabora con la U.O di Orl, con la U.O. di Terapia Intensiva Neonatale, con la U.O. di
Neurologia oltre che con tutti i Distretti Socio Sanitari e i Centri di Assistenza Riabilitativa.
L’ Otofoniatria, nonostante le recenti carenze logistiche oltre che di personale (già evidenziate), in questi
mesi è venuta incontro alle esigenze dei tanti malati di SLA jonici supportati dalla nostra Associazione
Comitato 16 Novembre adoperandosi sempre con gentilezza e tempestività, intervenendo per educare i
pazienti al comportamento più efficace per contrastare l'avanzare della malattia.
Sempre presso la Asl di Viale Magna Grecia possiamo contare sulla collaborazione del medico specialista
fisiatra, necessario per suggerire la migliore movimentazione del paziente, che viene praticata in loco, e
dell’utilizzo della piscina.
Contiamo sull’appoggio fondamentale di una equipe di psicologi coordinati dalla responsabile, Dott.ssa Dora
Chiloiro, per fornire il giusto supporto ad ammalati e famiglie che devono affrontare percorsi dolorosi e
difficilissimi.
In stretta collaborazione e sinergia con la Asl Taranto, in persona della responsabile delle Malattie rare, Dott.ssa
Adriana De Gregorio, e del Dott. Antonio Clement per la parte sociale, facciamo rete, per informare,
per fornire servizi indispensabili ma, principalmente, per dare un grande segnale di costante attenzione, cosa,
questa, che l'associazione Comitato 16 Novembre continua ad assicurare achiunque si rivolga, nelle giornate di
lun. merc e ven , dalle 10 alle 12 alle sportello Sla e patologie altamente invalidanti il cui nr. di telefono è
0997786949
Le malattie rare molto spesso non conoscono cure ma noi continuiamo a prenderci cura di chi ne è colpito, IN
MEMORIA DI CHI CHI CI HA LASCIATO E CHE E' STATO LO SPLENDIDO ARTEFICE DI TANTA SOLIDARIETA', Giusi
Lamanna, deceduta per SLA il 7 giugno 2022.
Mariangela Lamanna
Presidente Comitato 16 Novembre
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venerdì 3 febbraio 2023
REGIONE PUGLIA: TAVOLO DISABILITA'
REGIONE PUGLIA: TAVOLO DELLA DISABILITA'
Dopo una breve introduzione da parte dei funzionari del Welfare, è stata data la parola al Preidente della Fish, Falabella, il quale ha subito approvato lo spettro che cerchiamo di scongiurare da anni ovvero quello della rendicontazione, anche al fine di superare il lavoro nero e dare dignità a chi fornisce assistenza.
SIA CHIARO, noi RITENIAMO SI GIUSTA LA RENDICONTAZIONE MA SOLO A FRONTE DI UN SOSTEGNO ECONOMICO IMPORTANTE!
Ma, ci chiediamo, come possa essere possibile con un sostegno di 900 euro mensili, erogate, peraltro, quando pare e piace e mai con puntualità, assumere il personale necessario per assistere al domicilio ammalati che necessitano 24 ore di assistenza! Per fare un'assunzione bisogna attivare le giuste procedure che comportano costi aggiuntivi, come ad esempio quello di un commercialista. O le famiglie devono specializzarsi anche in materia fiscale oltre che sanitaria? E ne hanno la forza ma, soprattutto, il tempo?
Per ciò che concerne l'assegno di cura, attuale contributo Covid/19, ecco che si trasmorma in due diverse forme di intervento.
La prima prevede l'erogazione, per 21 mesi di un contributo di € 700/mensili che viene riconosciuto ai disabili assistiti dal care giver familiare che sottoscrive un patto di assistenza e sarà soggetto alla supervisione da parte dell'ambito di appartenenza. Si stima che 6840 utenti potrebbero usufruire di questo contributo.
La seconda prevede l'erogazione per 12 mesi di € 900/mese, anche questa per due anni, per chi invece sceglie di assumere un operatore oss, assistente o altra figura professionale. I beneficiari sarebbero 1851 persone.
Di fatto si sta diminuendo ulteriormente la misura di sostegno sociale passando dalle attuali 800 euro a 700, senza considerare che ci sono patologie e stati altamente invalidanti che richiedono un'assistenza vigile, oltre che continuata che, ovviamente, non può essere soddisfatta con € 900/mese, utili per pagare, a norma di legge, solo 2 ore di assistenza se si considera che la tassazione è pari al 37% e che bisogna pagare un commercialista che prepari mensilmente la busta paga oltre a riconoscere 26 giorni di ferie all'anno che devono essere comunque coperti. Insomma, altro delirio per le famiglie.
E nessuno considera i costi impressionanti della vita, aumentati a dismisura e ai quali le famiglie devono far fronte in assoluta solitudine
In ogni caso di fatto si sta differenziando il contributo con uno scarto davvero minimo ed insufficiente sia per la prima misura che per la seconda per chi si fa carico di assistere il disabile a domicilio.
Abbiamo altresì posto l'attenzione su una problematica che abbiamo sempre sollevato nel corso di questi ultimi 4 anni. Molte persone non ricevono alcun supporto dal 2019 e ,dunque, a abbiamo chiesto che a chiusura del bando, qualora ci siamo disabilità gravissime sopraggiunte, si faccia scorrere la graduatoria e si dia la possibilità a chi subentra successivamente in gravissima disabilità, di presentare comunque domanda e mettersi in graduatoria.
Per concludere, abbiamo chiesto di rivedere gli importi delle due differenti misure di sostegno, da noi ritenute entrambe insufficienti e la Regione si è presa il tempo di fare questa valutazione e ce lo comuncherà dopoi relativi conteggi, sulla base delle risorse a disposizione.
In attesa di ricevere la bozza dal Welfare, ci auguriamo vivamente che vengano tenute in considerazione le nostre proposte PERCHE' DAVVERO NESSUNO RESTI INDIETRO.
Mariangela Lamanna
Presidente C16NO