giovedì 26 aprile 2012

Sulle gravi responsabilità di AISLA

A margine del finanziamento SLA
una legittima richiesta di chiarimenti


Alcuni giorni dopo il 17 a Roma, in seguito a dei chiarimenti avuti con i due funzionari del Ministero, abbiamo ritenuto giusto inviare la seguente lettera al Presidente Aisla Dott. Melazzini . Nessuna risposta. Evidentemente non ritiene l'argomento importante, o forse non ci considera degni di una risposta, o forse dovrebbe ammettere una sua precisa responsabilità.


Dott. Mario Melazzini
Presidente AISLA

Nel corso del nostro incontro al Ministero delle Politiche Sociali, il 17 aprile, con il Ministro Elsa Fornero e la Sottosegretaria Cecilia Guerra abbiamo denunciato il criterio adottato per la ripartizione alle Regioni del fondo di 100 milioni, destinato all'assistenza dei malati di Sla.
Abbiamo denunciato l'ingiustizia di assegni di cura di importi molto diversi a fronte di gravità con le stesse esigenze, che il criterio avrebbe dovuto essere il numero dei malati e non il numero di abitanti.
Siamo veramente rimasti stupiti quando il Dott. Tangorra ed il Dott. Ferrante, funzionari della Divisione politiche per la disabilità, hanno informato di aver agito in tal senso insieme alle "tre associazioni più rappresentative, tra cui il Dott. Melazzini".
Non vogliamo credere che lei non abbia visto le conseguenze di una operazione così ingiusta per tutti i malati e non solo per gli associati AISLA!
Non restano che due possibilità, la condivisione della scelta di un criterio assolutamente sbagliato o l'opposizione forte e la denuncia pubblica.
Non c'è stata nessuna opposizione, i soli che hanno subito, non appena ne siamo venuti a conoscenza, denunciato le conseguenze pesanti sulla pelle dei malati è stato il nostro Comitato 16 Novembre.
Le chiediamo ragione di questo assenso, Dott. Melazzini, prima di tutto come malati che per due anni dovranno subirne le conseguenze, e come Comitato 16 Novembre.
Quando quel 16 novembre 2010 siamo riusciti a strappare al governo Berlusconi i 100 milioni, lo abbiamo fatto perché ogni malato di ogni regione italiana avesse la stessa assistenza.
Adesso il danno è fatto, non si può tornare indietro, ed il malato che avrà un assegno diverso si chiederà il perché e non capirà.
Noi invece vorremmo capire, e restiamo in attesa di una spiegazione a cui, come associazione di malati pensiamo di aver diritto.

Laura Flamini
Presidente Comitato 16 Novembre Onlus


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