venerdì 19 gennaio 2024

REGIONE PUGLIA: PATTO....SCELLERATO


Non ci siamo proprio....

Eravamo consci che, con l'apertura del nuovo bando per il sostegno sociale alle famiglie che ospitano in casa un disabile gravissimo avremmo dovuto tribolare tanto tuttavia, sbagliavamo!!!! perché ancora una volta non si tratta semplicemente di tribolare, ma di sprofondare addirittura nell'inferno dell'abbandono totale. 
Ricordiamo che il bando  per il sostegno economico alle famiglie che ospitano in casa un disabile gravissimo, chiuso il 19 luglio u.s., è diviso in due categorie: Patto di cura e Sostegno familiare.
Ricordiamo, soprattutto, che le famiglie sono senza sostegno economico da giugno 2023. 7 lunghi mesi in cui le famiglie si stanno arrabattando per sostenere i costi sanitari e di assistenza per il congiunto ammalato. 
Come avevamo preventivato, gli ambiti territoriali si sono dimostrati non all'altezza del compito con una gestione lenta, troppo lenta per chi non ha il tempo di attendere. Per il patto di cura, siamo in attesa che si concluda l'iter generale ai fini dell'apertura di una nuova finestra che dia la possibilità ad almeno 650 famiglie di presentare nuova domanda. Questo  perché le domande pervenute per il Patto di cura, quello, per intenderci, che prevede l'assunzione, sono 1100 contro le 1800 possibili da soddisfare.
Quindi abbiamo a disposizione Fondi europei ma non possiamo utilizzarli per la lentezza degli ambiti.
Le problematiche sono sotto gli occhi di tutti e diversa è la situazione per chi ha presentato la domanda per il sostegno familiare. Per quest'ultimo, le domande pervenute sono oltre 19.000 a fronte di una platea di  7500 persone pagabili
Esaminando le domande del sostegno familiare, all'atto della presentazione della domanda, il caregiver sottoscriveva, appunto, una dichiarazione con cui  assumeva la responsabilità della gestione domiciliare del congiunto disabile gravissimo. Una vera e propria obbligazione, oggetto di controlli quadrimestrali, mai avvenuti da parte di alcun amibito in tutti questi mesi. 
L'inghippo nasce dal fatto che viene richiesto un IBAN sul quale corrispondere la misura economica che, tuttavia, deve essere necessariamente intestato o cointestato alla persona con disabilità che si assiste. 
Tante di queste persone, va ribadito, sono seguite da amministratori di sostegno che hanno l'obbligo di rendicontare al Giudice ogni centesimo che spendono e, dunque, se da una parte ci si impegna firmando un patto di assistenza ad avere cura del familiare con gravissima disabilità, dall'altra tutto questo impegno secondo il welfare regionale deve essere fatto a titolo assolutamente gratuito. Per dirla volgarmente, cornuti e mazziati o, se preferite la versione soft, picchiati e derisi!
Se una persona sceglie di privarsi della propria esistenza, della propria salute, del proprio benessere,  del proprio tempo, dei propri spazi per dedicarsi al congiunto ammalato, dall'altra non deve minimamente pretendere nulla in cambio! 
Insomma al caregiver familiare viene estorta una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà in cui dichiara di assistere,  prendersi cura, supportare, concorrere al mantenimento, aiutare la persona con disabilità, integrare con l'attività di operatori sanitari e socio sanitari e guai se non lo fa altrimenti il sostegno viene, giustamente, tolto, e tutta questa mole di lavoro deve essere rendicontatata fino all'ultimo centesimo.
NO! noi non ci stiamo! 
Abbiamo chiesto più volte al welfare regionale di correggere questa gravissima stortura, abbiamo denunciato tutto e chiesto l'intervento anche del Garante Regionale per la disabilità, Dottor Antonio Giampietro.
Ci auguriamo che la cosa si risolva al più presto e positivamente per chi ha firmato un patto di assistenza!
Infine non accettiamo  le minacce che vengono messe per iscritto dagli ambiti territoriali nei confronti delle famiglie, intimando di fornire l'IBAN del disabile entro pochi giorni, pena revoca del beneficio. 
Se, tuttavia, gli ambiti hanno ricevuto precise direttive in merito a questo, ce lo documentino. In caso contrario ricordiamo che la minaccia è un reato perseguibile penalmente.
Ci auguriamo che lo stesso zelo venga posto nei controlli quadrimestrali altrimenti saremo noi, ancora una volta, a denunciare gli ambiti inadempienti.

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